Due sgabelli, una panca e una corda sono gli unici oggetti in scena che evocano i troni di Carlo Magno e Agramante oppure le tende dei paladini rivali Orlando e Rodomonte. Qui si affrontano tre grandi poemi della letteratura cavalleresca: Morgante, Orlando innamorato e Orlando Furioso, in una riscrittura che ne sottolinea la portata comica. Un racconto che passa di bocca in bocca, dove personaggio e narratore si inseguono continuamente, trascinando lo spettatore in una rotolata fatta di narrazione, caricature, gag ed evocazioni per scoprire Orlando come non l’avevamo mai visto!
Il Don Quijote di Bulgakov, ovvero "una società senza sognatori non va da nessuna parte": questo il monito che risuona dal ‘600 spagnolo, nella Russia di Stalin… fino agli abulici...